NOTTE DA NON DORMIRE

Notte da non dormire. Da stare svegli. Da stare in due.

È la mia ultima notte qui. Nella mia terra, nella mia casa. Dal mio giardino guardo verso il cielo: vedo la costellazione del Cigno, vedo le Pleiadi, la costellazione della Lira.

Orfeo, invoco sussurrando il suo nome, stasera dovrà far vivere alla mia regina le stesse sensazioni di quando ci amammo per la prima volta.

Quanto tempo.

Non scorderò quella notte: i neri capelli lucidi, la pelle di miele, il suo fuoco. Non scorderò che quella notte ho amato la dea Afrodite.

Ed era tra le mie braccia.

Nella nostra stanza le tende leggere sono mosse dal vento. Zefiro mi fa compagnia.

Mi siedo sul letto che ho costruito per noi.

Ed il suo corpo si delinea.

Vedo la sua figura dietro la tenda, i fianchi avvolti dalla bianca seta. I capelli sciolti le ricadono sulle spalle, abbronzate dai raggi di Apollo. Il seno marmoreo invidiato dalle grandi Regine.

I suoi occhi riflettono la luce delle stelle. La sua ombra mi si avvicina e mi avvolge, poi le sue mani.


Sussurro il suo nome: Penelope.


Notte da innamorare: che dolce vino le braccia sue.

Chissà se tornerà.

So solo che questa notte dovrà lasciargli un ricordo indelebile nel cuore.

Atena, tu che difendi i valorosi, proteggilo.

E tu Afrodite, stanotte dammi la forza per farlo mio come se fosse la prima volta.

Mi profumo con il mio olio più prezioso, sciolgo i miei capelli e cingo i fianchi con la mia seta più bella.


Ancora oggi ogni volta che incontro i tuoi occhi sento lo stesso brivido di quella notte.

Tu re di una piccola isola, ma arguto e forte e scaltro. Non sarei potuta essere di nessun altro se non tua.

Domani partirai per una guerra. A te sarà chiesto molto. Potresti non tornare, ma stanotte ti farò sentire cosa vuol dire essere vivi per tutto il tempo in cui non sarai al mio fianco.

Il ricordo di questa notte ti farà vivere per tutto il tempo che servirà per riportarti a casa.

In questo letto che hai creato per noi, stanotte sarò tua come se fosse la prima volta.

Il tuo corpo sul letto trema, so che mi hai vista.

Le mie mani ti accarezzano le spalle, forti del peso dell’aratro e dell’armatura.


Sussurro il tuo nome: Odisseo.


Marco-Alberto Franchini

1 commento:

Anonimo ha detto...

*rimane a bocca aperta davanti allo schermo*

Be-bellissimo...