Abbraccio notturno

Notte…


al suono evocatore della sola
parola
la mente rivive scenari che detengono
il potere ancestrale
di un ululato.


Seduta,
avvolta dall’atmosfera purpurea
di questo atteso tramonto
mi raccolgo
in un profondo respiro....


compresa
nella mia languida contrizione
vengo raggiunta
dai primi familiari
plumbei toni
del manto notturno

che si appresta a scendere
sulla mia bramosa fame
di silenzi...

in pochi attimi la memoria ripercorre
con nostalgica frenesia
le sconfinate ore del nostro ultimo incontro,

cara Notte…

il sapore di poche vivide immagini
sconvolge e allontana
il ricordo della mera quotidianità diurna.

Ancora una volta
per tutta la durata della tua oscurità
io mi sentirò
libera,
incondizionatamente libera
di creare e disfare
i miei segreti…

cara Notte…

la più quieta culla per un dolore privato,
la più complice compagna
per un delirio troppo a lungo celato.

Notte gelida e tersa
che intorpidisci ogni sterile e vana attività
e dispieghi l’entusiastico potere della fantasia !

La pervasività di questa scura coltre
impenetrabile da estranei
mi rassicura
e concede alla mia mente di dissetarsi
del suo insolente desiderio di assoluto…

e quando sovviene la cogente luce dell’alba
non trova in me l’arrendevole imperativo
del risveglio,
ma lo strenuo impeto
della mia volontà
che sgorga ininterrotta da una fame di
intima follia
non ancora appagata.

Arrighi Giulia

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