LE STRADE DI UN UOMO

Devo ammettere che il tema di questa edizione del giornale mi ha messo molto in difficoltà…e mi ha spinto a riflettere; senza dubbio il cinema, la letteratura, l’arte e i modi di dire offrono migliaia di spunti sull’argomento da commentare, ma riflettendo sull’argomento mi sono improvvisamente ritrovato a pensare:ma quanto è importante la strada per l’uomo? E quanto l’uomo è padrone di scegliere la propria strada?

Un antico mito greco parla di come ad Achille fosse stata data la scelta, in gioventù, di scegliere tra due strade che avrebbero anche rappresentato la sua vita futura: una lunga ma insignificante…e una breve ma intensa.

Amo molto la mitologia, ma ho sempre pensato che questo racconto fosse troppo riduttivo….come è possibile ridurre la vita di un uomo in due uniche scelte? E’ come dichiarare che l’esistenza di un qualcuno possa essere definita da un'unica scelta.

Non ho avuto una vita segnata da incredibili eventi che mi hanno spinto a decisioni epocali…ho avuto una vita normale, come la maggior parte delle persone…eppure di certo a soli 26 anni mi sono ritrovato ad affrontare numerose scelte che per quanto possano sembrare insignificanti hanno guidato la mia vita ad una precisa direzione.

La verità è che non esistono decisioni stupide (tranne magari tra cioccolato e pistacchio), perché ognuna di esse potrebbe immetterci verso un cammino che ci segnerà profondamente.

Quanto detto da me fino ad ora potrebbe far pensare che sono un convinto sostenitore della teoria che l’uomo è padrone del proprio destino….ma non è esattamente così.

In realtà penso che possiamo scegliere una tra le opzioni (seppur molto varie) che il nostro personale microcosmo sociale ci può offrirci: tutte le nostre decisioni sono estremamente influenzate dall’ ambito sociale in cui viviamo, perché è in esso che cresciamo ed è in esso che si forma la nostra personalità.

Anche nel caso di soggetti che ad un certo punto della loro vita prendono decisioni che sconvolgono completamente il loro mondo, la maggior parte delle volte tali comportamenti non sono che il frutto di un qualche elemento esterno.

Credete davvero che l’avvocato che ad un certo punto abbandona tutto per andare a fare il missionario in Amazzonia sia totalmente padrone della sua iniziativa? O invece qualcosa lo ha spinto ad una tale conclusione? Forse si è reso conto che il mondo in cui viveva era solo superficialità e meschinità…ma credete che sarebbe arrivato alla stessa conclusione se fosse vissuto come un contadino in un paesello di 3000 abitanti?

Personalmente amo molto la strada, non soltanto come simbolo del tragitto esistenziale, ma anche nella sua manifestazione fisica…..percorrerla in solitudine, perso nei propri pensieri, è una sensazione di cui nessuno dovrebbe mai privarsi…..è come se Dio avesse fermato tutto solo per te, per farti sentire anche solo per un istante padrone del tuo destino.

Non so bene come spiegare questa sensazione, so solamente che ci sono dei momenti in cui sento un irrefrenabile bisogno di andare e muovermi, senza una meta precisa, ma conscio che quando sarà il momento di fermarmi e di tornare a casa lo saprò.

Inizialmente era mia intenzione parlare di quanto un uomo sia padrone della propria vita ma poi le parole sono iniziate ad uscire da sole, ed in fondo è giusto che sia stato così….la strada rappresenta la libertà, ed è giusto che un articolo su di essa non abbia alcun freno.

E se per caso a qualcuno il mio articolo può sembrare delirante e privo di coordinazione contenutistica posso dire soltanto che mi dispiace, che non era mia intenzione, e ricordando loro che, come recita un vecchio detto, ”La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”.

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