NOTTE: PENSIERI DI HERNAN VELASQUEZ

Quello che mi stupisce è che le persone hanno paura del buio.

Voglio dire, e la luce?

Mah?

Chi ha paura della luce, che può accecare, che può bruciare, che può uccidere?

Sarebbe più logico, no?

No.

La gente ha paura del buio perché il buio nasconde.

Il buio, figlio della notte (qualcuno avrebbe detto amante), si cela dietro i suoi

veli di seta scura, si aggrappa alla sua sottana, piagnucola e i sui piagnistei diventano

per noi scricchiolii, fruscii, suoni che non trovano corrispondenza nella memoria e si depositano

nella fantasia.

E io vi dico ben venga la notte! il buio non mi spaventa, è un frignone!

Ben venga la notte, e con lei la luna.

Io amo la luna, il suo modo di curvarsi come una parola d'amante...piegati dolce luna...

cala su di me, monta sul mio destino. Voglio una notte fare l'amore con la luna, come non so, ma

la notte è una padrona gentile, per chi come me, è suo schiavo devoto.

Schiavo, sì, della mia notte...una notte che è un legame, una notte che è lama sottile, la notte

cremisi di quando sono nato, da quando ho visto il buio.

Notte cremisi, notte identica da allora, una sola lunga notte.

E parola mia, se c'è qualcuno che non ha paura del buio, io lo stimo.


E di solito, me lo mangio.


Rev. Hernan Velasquez

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ahi Velasquez, dove porti la mia vita?
un fiore di camposi è impigliato fra le dita,
e tante stelle, tante nelle notti chiare,
e mille lune, mille dune da scoprire.
Ahi Velasquez, non ti avessi mai seguito,
con te non si torna una volta sola indietro:
in mezzo ai venti, sempre genti da salvare,
sei morto mille volte senza mai morire.

Un vecchio zingaro ungherese
di te parlando mi giurò
che c'eri prima di suo padre,
prima del padre di suo padre,
più in là nel tempo non andò.
I cerchi del tuo tronco sono
ferite d'armi e di parole
che mai nessuno vendicò

Ahi Velasquez, com'è duro questo amore.
Mi pesa la notte prima di ricominciare:
e tante veglie, come soglie di un mistero,
per arrivare sempre più vicino al vero...

Ahi Velasquez certe sere quanta voglia,
fermare la vela e ritornare da mia moglie;
e tu mi dici: "Fatti scrivere", è normale,
per te bisogna sempre scrivere e lottare.

E la tempesta ci sorprese
due miglia dopo Capo Horn:
se ne rideva delle offese,
in mezzo al ponte si distese
e fino all'alba mi cantò
Ragazze, terre, contadini,
da sempre popoli e padroni,
fu lì che tutto comincò.

Ahi Velasquez fino a quando inventeremo
un nido di rose ai piedi dell'arcobaleno,
e tante stelle, tante nelle notti chiare
per questo mondo, questo mondo da cambiare?

ahi Velasquez, ahi chitarra come spada,
mantello di sabbia, orecchio mozzo, antica sfida,
eterna attesa, corda tesa da spazzare,
e tanta voglia, tanta voglia di tornare...